La chirurgia refrattiva rappresenta ancora un terreno di frontiera in Oftalmologia. Milioni di persone si sottopongono ad intervento laser con lo scopo di ottenere l'indipendenza dagli occhiali. Fino ad ora la PRK e la LASIK sono state considerate le procedure chirurgiche di riferimento e si sono dimostrate tecniche efficaci e sicure nella correzione dei vizi di refrazione, ma oggi si aprono nuove prospettive e possibilità rivoluzionarie per quanti desiderino correggere definitivamente i propri difetti refrattivi.
Tale innovazione è possibile grazie all'utilizzo ed alla diffusione, nella pratica clinica, del laser a femtosecondi. Si tratta di un modernissimo e velocissimo laser a diodi di ultima generazione che riesce ad effettuare, nella cornea sana, tagli di estrema predicibilità, precisione ed esattamente programmabili, riproducendo l'effetto di un bisturi luce che esegue un taglio 3D all'interno della cornea, scolpita e rimodellata in modo personalizzato in base alle esigenze visive del singolo paziente.
"I laser a femtosecondi di ultima generazione, dotati di altissima frequenza e bassi livelli di energia, riescono ad ottenere superfici di taglio corneale altamente precise e regolari di profondità, estensione e direzione, perfettamente programmabili."
La vera innovazione rispetto alle tecniche tradizionali PRK e LASIK che prevedono l'utilizzo del laser ad eccimeri, sta nel passaggio dal concetto di "ablazione" del tessuto al concetto di "estrazione del tessuto".
Il laser ad eccimeri, infatti, "abla" il tessuto corneale che viene distrutto e vaporizzato, a differenza del laser a Femtosecondi che, attraverso la procedura SMILE (Small Incision Extraction), scolpisce un lenticolo di tessuto all'interno della cornea sana, in seguito asportato modificando così la geometria corneale per correggere il difetto refrattivo.
La procedura SMILE, rispetto a quelle tradizionali, garantisce risultati molto più riproducibili e predicicibili soprattutto nel caso di miopie elevate, in quanto queste risultano indipendenti da normogrammi di calcolo complessi, specifici test di fluenza e variabilità delle condizioni ambientali e delle singole caratteristiche delle cornee da trattare. Da diversi anni il laser a femtosecondi è stato utilizzato in combinazione con il laser ad eccimeri nella LASIK: attraverso il femtolaser è possibile effettuare il taglio del flap corneale, sottile foglietto di tessuto che viene aperto alla stregua di una pagina, per esporre la superficie interna della cornea sulla quale effettuare l'ablazione con laser ad eccimeri.
Con la procedura SMILE è oggi possibile effettuare una procedura "All-femto" in cui viene utilizzato un solo tipo di laser per la creazione del flap corneale e per l'asportazione del lenticolo corneale. Eliminare l'utilizzo del laser ad eccimeri si traduce in un notevole vantaggio per il tessuto corneale stesso.
Infatti studi istologici dimostrano che l'interfaccia di un flap corneale, su cui viene effettuata un'ablazione con laser ad eccimeri, subisce una marcata riduzione della normale densità cellulare associata ad attivazione di processi infiammatori e cicatriziali.
La tecnica Smile, inoltre, rappresenta un importantissimo passo in avanti permettendo di effettuare una procedura "Flapless", senza cioè la necessità del taglio di un flap corneale. Questa chirurgia prevede in un singolo passaggio il taglio da parte del laser a femtosecondi del lenticolo corneale e di una piccola incisione attraverso la quale il lenticolo stesso viene estratto.
Evitare la necessità di creare un flap corneale rappresenta oggi la vera rivoluzione in chirurgia refrattiva, in quanto vengono superate tutte le più temute complicanze legate alle procedure tradizionali. Effettuare solo una piccola incisione nei piani corneali superficiali comporta un risparmio di circa l' 80% del tessuto normalmente inciso per la creazione di un flap corneale. In questo modo la maggior parte delle fibre nervose corneali viene ad essere risparmiata dal taglio; le terminazioni nervose presenti negli strati anteriori della cornea hanno un ruolo molto importante nel mantenere la corretta lacrimazione.
Risparmiare l'80% delle fibre nervose significa, quindi, eliminare il rischio di insorgenza di occhio secco che spesso si verifica nei pazienti sottoposti a chirurgia tradizionale. Minimizzare l'estensione delle incisioni corneali significa, inoltre, ridurre al minimo anche la possibilità di migrazione delle cellule epiteliali all'interno delle incisioni stesse, evitando così il pericoloso fenomeno dell "ingrowth epiteliale" che, seppure raramente, rappresenta una causa di insuccesso dell'intervento. L'epitelio corneale, inciso per un piccolissimo tratto, cicatrizza rapidamente in un tempo di 2 o 3 ore, senza provocare fastidiosi sintomi per il paziente, normalmente associati alle tecniche tradizionali. Un ulteriore ed importantissimo vantaggio della tecnica Smile, è rappresentato dal fatto che, evitando il taglio intrastromale del flap, la stabilità biomeccanica della cornea viene ad essere conservata evitando i rischi di ectasia e sfiancamento del tessuto conservando praticamente indenne la quasi totalità della cornea.
L'evoluzione tecnologica apportata dalla tecnica Smile nella chirurgia refrattiva si traduce, quindi, in una minima invasività sulle cornee trattate, nel massimo risparmio dei tessuti sani e nella soddisfazione dei pazienti per il comfort intraoperatorio, postoperatorio e per i risultati ottenuti.
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